L’Antica Via del Tè e dei Cavalli è un’antica via commerciale dove, sin dai tempi della dinastia Tang (618-907 d.C), il tè veniva commerciato in cambio di cavalli tra le attuali regioni del Tibet, Sichuan e Yunnan. I metodi di trasporto delle merci vedevano l’impiego di caravan o portantini e vedremo qui di seguito queste due figure più da vicino.
CARAVAN SULL’ANTICA VIA DEL TÈ E DEI CAVALLI

Storicamente i caravan appartengono alla cultura della regione dello Yunnan, avevano la funzione di facilitare il commercio e le comunicazioni tra il sud-ovest e il mondo esterno. La prosperità di questa antica via contribuì al boom del business dei caravan. Inizialmente i caravan veniva usati per trasportare la merce lungo brevi tragitti. Con l’espansione del commercio il bisogno di mezzi di trasporto adatti a poter percorrere lunghi tragitti aumentò significativamente. I commercianti iniziarono ad avere difficoltà a viaggiare da soli e a portare un gran numero di beni con il proprio cavallo così le diverse famiglie iniziarono a condividere i cavalli e a creare delle collaborazioni per il trasporto di merci. Iniziò così il primo business di caravan.
Nello Yunnan i caravan erano divisi in tre tipi di organizzazione:

- In base al business di famiglia dove ne erano coinvolti tutti i membri. La famiglia possedeva tutti i cavalli da soma e i muli e i caravan portavano il cognome della famiglia.
- Il secondo tipo era basato sulla collaborazione di diverse famiglie provenienti di solito dallo stesso villaggio o da villaggi vicini. Si condividevano i cavalli e i muli ma ognuno si occupava dei propri animali durante i viaggi. Un esperto di cavalli veniva scelto come capo dei caravan ed era incaricato di occuparsi dell’approvvigionamento, della contabilità, dei contatti di lavoro e di prendere decisioni. Egli si prendeva inoltre cura di altri addetti ai cavalli ai quali distribuiva cibo durante i pasti.
- Organizzazione ad hoc senza una collaborazione fissa tra i proprietari di caravan. I motivi per cui si potevano creare queste cooperazioni potevano essere viaggi lungo la stessa rotta, viaggi per la stessa commissione o semplicemente per paura di incontrare ladri lungo il viaggio qualora fossero stati da soli.
I caravan con direzione Tibet spesso assumevano tibetani che abitavano lungo i confini con lo Yunnan per avere una guida e avere qualcuno che si occupasse dei cavalli. Spesso chi si occupava dei cavalli veniva da famiglie molto povere e sceglieva questo pericoloso e faticoso mestiere per poter guadagnare qualcosa.
LE REGOLE DEI CARAVAN
Lungo i loro viaggi i caravan erano costantemente esposti a numerosi rischi dovuti ad eventi naturali e non solo. Per la propria sicurezza e quella dei beni trasportati, i caravan avevano dei tabù contro determinati comportamenti. I membri dei caravan praticavano la divinazione per ogni decisione ci fosse da prendere come ad esempio decidere quando partire, quale direzione prendere, che tipo di business fare e persino per decidere cosa mangiare e quando dormire. Credevano che un buon inizio avrebbe portato buona sorte al viaggio. Ogni minoranza etnica credeva in divinità differenti e lungo l’Antica Via del tè e dei cavalli si potevano trovare diversi templi e monasteri. Ogni membro dei caravan portava rispetto ad ogni luogo di culto facendo donazioni e bruciando incenso.
PORTANTINI SULL’ANTICA VIA DEL TÈ E DEI CAVALLI

Prima della metà del 20° secolo, erano i portantini a trasportare il tè tra Ya’an e Dajianlu (Kangding) sulla Rotta Sichuan-Tibet. Le condizioni delle strade erano così disastrate che persino i muli non riuscivano a passare. Per anni i portantini hanno affrontato diligentemente la Via a piedi. Quando le condizioni delle strade erano impervie anche per il passaggio a piedi, avanzavano lentamente strisciando. Essi venivano soprannominati dalla gente locale come “背二哥” bèièrgē ovvero “Fratelli portantini”. Lavoravano in gruppi di 10 o 20 persone ed erano molto legati tra loro, si prendevano cura l’uno dell’altro come in una famiglia.

Il più anziano e con più esperienza veniva chiamato “大背师” dàbèishī ovvero Maestro portantino. I portantini ricevevano i sacchi di tè dai magazzini dei mercanti i quali gli davano le indicazioni sui luoghi di consegna. Un portantino prestante poteva trasportare fino a 25 sacchi (ovvero circa 150-200 kg) che legava con strisce di bambù, metteva in una grande cesta e che poi caricava sulle proprie spalle. Mentre viaggiavano i portantini erano attenti a mantenere una distanza di sicurezza l’uno dall’altro: circa 70 passi in salita; 80 passi in discesa; 110 passi in pianura. Potevano portare con sé il minimo indispensabile per le necessità personali tra cui farina di granturco, un piccolo sacco di sale, un piccolo attrezzo in bambù per eliminare il sudore e un attrezzo per poter riparare le scarpe. Dato che ogni pochi passi dovevano fermarsi a riprendere fiato, riuscivano a fare non più di 10-15 km al giorno.
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Foto in copertina: FOTOE
Altre foto: sushaninateacup
Bibliogr. “茶马古道” di 刘勇 ed. 中国红